Dopo la serata dedicata a Beethoven e a Kagel all'ex asilo Filangieri di Napoli, è la volta di Calvino riletto dalle voci di Enzo Salomone e Paolo Cresta e dalle note di Ciro Longobardi a Caserta.
Mantengono sempre fede alla promessa che ogni performance è un’occasione di riflessione, di dialogo attivo, di momento di ricerca. L’ensemble Dissonanzen, che ormai vanta oltre venti anni di vita, continua a rappresentare più che un gruppo un’idea di approccio e di modo di vivere la musica. Al centro il linguaggio dei suoni che si intreccia, dipende, sovrasta, incontra altri linguaggi (come il cinema, il teatro, la letteratura) e nello stesso tempo osa, cerca nuove formule rispetto alla classicità da cui pure parte.
E così le loro proposte sono sempre esperienze di una certa profondità. In questa direzione Ludwig Van Play with Beethoven, un tuffo gioioso nella musica di Beethoven durato un intero pomeriggio del 24 ottobre all’ex asilo Filangieri di Napoli in cui il musicista tedesco è stato un pretesto per un viaggio più complessivo sul senso della musica, sul valore dialogico e anche assemblante. Sono stati suonati brani classici (in cui ha avuto un ruolo fondamentale Tommaso Rossi, presidente di Dissonanzen), ci sono stati interventi attoriali come quello di Enzo Salomone (voce parlante dell’ensemble Dissonanzen) che leggeva il testamentodi Heiligenstadt , o riletture gestuali di bambini di Esperimento 20, guidati da Alessandra Petitti.
Ma il cuore dell’evento è stato Ludvig Van, ovvero Mauricio Kagel e il suo dialogo con Beethoven, simbolo monumentale della musica rispetto al quale fare i conti e evolvere. Kagel, artista completo dalla musica alla fotografia al teatro, decise di lavorare su Beethoven, dentro Beethoven, oltre Beethoven: ricostruì una stanza- studio di Beethoven tappezzandola di tutti i suoi spartiti. Una camera- note musicali dentro cui suonare improvvisando a iniziare da qualcuna di quelle note sparse. Partire da un sistema di notazione, riconosciuto come sistema di riferimento, per andare oltre. E questo modo di concepire l’improvvisazione lo racconta in un film Ludvig Van (proiettato durante la serata) ma soprattutto lo rende anche una proposta per tutti creando uno spartito fotografico (che si può montare in video): fece delle foto dei particolari di quella stanza di note Beethoveniane e alcune diventarono le immagini da cui partire e da interpretare; un modo di concepire la musica tra suoni non sempre riconoscibili di Beethoven, e pieghe e sfumature dell’immagine in cui ognuno dei musicisti e poi tutti insieme possono interpretare. Questo è stato l’ultimo evento della serata, preceduto da giorni di laboratorio tenuti dal sassofonista Claudio Lugo che racconta l’originalità della operazione: “Kagel – racconta Claudio Lugo - propone un lavoro orizzontale dove c’è pariteticità: non c’è nessuno che dice cosa si deve fare. Il musicista vive nella trasparenza, è un grande ascoltatore, una persona empatica. Una persona che lavora contro la tendenza a suonarsi addosso, a parlarsi addosso, come nella vita. E l’empatia anche se non è innata si può allenare. Si possono costruire dispositivi in cui possiamo praticare l’empatia, come lo Yoga, la respirazione. Questo di Kagel è un dispositivo". Un momento sociale, come sociale è stata la musica di Beethoven.
Il dialogo è protagonista anche di un altro spettacolo di Dissonanzen che sta girando in questo periodo: La pietra e l’arco (doppio spettacolo il 28 al 99 posti di Mercogliano e il 30 al teatro civico 14 di Caserta, ore 21) dove la parola letteraria si relaziona con la musica e viceversa. Le città invisibili di Italo Calvino, liberamente riviste da Enzo Salomone, vengono lette dallo stesso Salomone e da Paolo Cresta e dialogano con la musica creata da Ciro Longobardi con il suo piano digitale ed elettronica. La parola calviniana, con il suo aprirsi ad altri rimandi, viene sottolineata dalle musiche originali, supportando e interagendo con il dialogo, onirico e estremamente poetico, che accade in scena tra Marco Polo e Kublai Kan. La portata innovativa dell’evento è anche legato allo strumento musicale: tra i timbri proposti anche quelli dell’Ircam Prepared Piano, strumento recentemente reso disponibile dall’Ircam, centro parigino di ricerca acustica ed informatica all’avanguardia a livello internazionale, che raccoglie tutti i suoni di pianoforte preparato e inside piano.
“L’accompagnamento musicale- racconta il pianista Ciro Longobardi, inizialmente pensato al pianoforte acustico- trova la sua realizzazione ideale nell’uso dell’elettronica. Con l’ausilio di un pianoforte digitale e di un computer è possibile creare un “pianoforte esteso”, un iperstrumento che includa non solo suoni di pianoforte classico ma anche di pianoforte preparato e altre tastiere. Ne risulta una gamma di suoni talmente ampia da adattarsi perfettamente al potere evocativo del testo calviniano, così denso di allusioni, rimandi, sospensioni e animato da una continua molteplicità di significati”. Lo spettacolo si inserisce nel Progetto “Campania: dal Barocco al Contemporaneo” organizzato dall’Associazione Dissonanzen ed è a ingresso gratuito.